Parlare di telemedicina, significa parlare di tecnologia, oltre che dell’aspetto principale della questione e cioè un nuovo modo di intendere il rapporto tra medico e paziente. Miglioramenti nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ma anche un miglioramento nel mercato dell’innovazione.
Secondo lo studio del Fortune Business Insight, quello della telemedicina è un mercato che è destinato a salire in maniera esponenziale. Per poterlo fare però, ha bisogno di una crescita, in parallelo, dell’aspettativa di vita, dell’incidenza delle malattie croniche e della crescita della confidenza nell’utilizzo di strumentazioni e tecnologie digitali.
Segnali positivi anche dal BelPaese, almeno secondo gli studi dell’Osservatorio Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano. Oltre la metà dei medici di medicina generale ha lavorato in remoto durante l’emergenza. In più è cresciuto il numero di istituti e ospedali che hanno adottato piattaforme di telemedicina e televisita.
Oltre 200 le iniziative di telemedicina nelle singole attività (dati di Instant Report Covid19 di Altems). Più della metà sono dedicate a pazienti che non hanno avuto a che fare col coronavirus.
È il segnale che questa è una strada percorribile anche per esigenze diverse dalla lotta alla pandemia. E questo è possibile perché sono cambiati gli strumenti e perché c’è una disponibilità diversa tra i mezzi utilizzati per la comunicazione tra le parti.
Ma non è tutto oro quello che luccica: ci sono anche delle barriere di cui tenere conto, difficoltà varie e attenzioni da dover avere per non incorrere in problematiche diverse.
Secondo il Future Index Report di Philips, un primo problema è legato alla visione della telemedicina, non come soluzione innovativa, ma come onere amministrativo da aggiungere al carico di lavoro o come una riduzione del rapporto tra medico e paziente almeno in tema di tempo da dedicare.
Poi c’è tutto l’aspetto normativo connesso alla disciplina. In tal senso, per cercare di migliorare e regolamentare il tutto, le Regioni hanno emanato delle delibere. Queste sono state fondamentali per per formalizzare gli ambiti, le modalità e le regole di rendicontazione per i servizi erogati in telemedicina. Hanno inoltre approvato il documento “Indicazioni per l’erogazione delle prestazioni in telemedicina” del Ministero della Salute, nato dopo la Conferenza Stato-Regioni.
Una serie di indicazioni che possono dare una mano nella gestione del nuovo modo di vivere la sanità ma anche, un aiuto concreto, per comprendere come maneggiare i dati sensibili del paziente garantendo la privacy del paziente e la gestione dei profili di sicurezza informatica. Informazioni di cui tenere conto per tutelare se stessi e il paziente ed evitarsi brutte sorprese.
Al netto di queste variazioni e fattori di cui tenere conto, non si può non dire che l’introduzione di strumentazione digitale sia la nuova frontiere anche nel mondo sanitario. In fondo, sono gli stessi pazienti che utilizzano mezzi più moderni per comunicare col proprio medico curante, evitando di spostarsi fisicamente. E, dal punto di vista del medico, fornire loro l’accesso ai dati sanitari li porta a collaborare migliorando di molto la qualità dell’assistenza.
Ecco perché, un settore come quello sanitario, non può non essere al passo coi tempi. Certo bisogna anche essere nella condizione di poterlo fare o comunque mettere ogni singolo attore in campo nelle condizioni di poterne usufruire. Questo mezzo innovativo potrebbe essere utile ad accelerare e rendere più agevole il rapporto tra medico e paziente.